Saper dire “no”

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Forse una delle cose più difficili da fare per i genitori quando i bambini sono piccoli, è dire di “no”. Con quegli occhi teneri e il loro fare da coccoloni è davvero dura non accontentarli. Ma dietro ad un no, spesso si nasconde l’opportunità di farli crescere. I battibecchi tra genitori e figli avvengono spesso e possono presentarsi anche quando sono piccoli.
Se delle volte i genitori si sentono in colpa nel non voler accontentare i desideri e le richieste dei figli, in realtà questo è un ottimo punto di partenza per trasmettere loro un messaggio significativo.
Accanto ad un secco “no” deve sempre esserci una valida spiegazione affinché il bambino impari la regola e non incorra in azioni sbagliate o pericolose una seconda volta. Può capitare che un bambino faccia una richiesta particolare in un dato momento in cui non può essere accolta, ad esempio voler fare merenda a ridosso dell’ora di cena o voler giocare ancora invece di andare a dormire. Generalmente a queste richieste i genitori rispondono con un no e i figli si mostrano contrariati ed arrabbiati. La giusta cosa da fare è cercare di non entrare in conflitto, e soffermarsi per spiegare le nostre ragioni o proponendo un’alternativa che possa comunque trovare il loro consenso.

Ad esempio spesso mi trovo a spiegare a mio figlio le possibili conseguenze delle sue azioni quando usa nel modo sbagliato un giocattolo rischiando di romperlo. Gli dico di non farlo perché altrimenti non potrà più usarlo. Oppure mi chiede di giocare insieme in un momento in cui sono impegnata perché ho altro da fare, come cucinare o mettere in ordine la casa. E’ ovvio che non mi limito a negare la sua richiesta, ma gli spiego le mie ragioni e quando noto che non bastano, gli propongo delle alternative del tipo: “Appena finisco di riordinare tutto mi dedico solo a te e giochiamo come vuoi”.
Nel momento in cui neghiamo qualcosa ai nostri figli, gli forniamo la possibilità di imparare e di evitare che la loro richiesta si ripresenti in futuro sempre in un momento sbagliato, oppure se diamo un’accezione negativa ad un loro comportamento, evitiamo che questo si ripeta in futuro, accrescendo il senso di responsabilità e la tendenza ad essere autonomi, comprendendo ciò che è giusto e cosa non lo è.
Non bisogna mai dimenticare che i bambini vanno educati al “no” soprattutto perché accontentare ogni loro richiesta, anche quelle sbagliate, non può essere altro che controproducente. Il bambino non si relaziona solo all’interno del suo contesto familiare, di cui è protagonista assoluto, ma anche in altri ambienti, come la scuola, in cui dovrà essere capace di rapportarsi nel rispetto sia delle regole, che dei suoi compagni. Le insegnanti saranno obiettive con lui ed è probabile che gli venga negato qualcosa, ed è anche per tali ragioni che è importante non soddisfare ogni richiesta di un bambino che, in questo caso potrebbe non accettare e sopportare il “no” della maestra, sentendosi frustrato perché a suo dire, ingiustamente non accontentato.
Appare dunque evidente che, mostrarsi equilibrati, è la cosa migliore da fare. Non è dicendo sempre di si ai nostri figli che li aiutiamo a crescere e a comprendere il valore delle cose, anche e soprattutto di quelle piccole. Saper aspettare prima di poter ottenere qualcosa, non avere tutto e subito non solo li prepara al futuro, ma gli permette anche di godere di quei momenti con serenità e consapevoli della loro importanza.

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