Circondati da tablet, cellulari e assistenti vocali ai quali chiediamo di tutto, i nostri figli nascono e crescono immersi nella tecnologia. Già appena vengono al mondo, gli mettiamo di fronte cellulari con i quali fotografiamo ogni singolo momento della loro giornata. Quante foto abbiamo fatto da quando li abbiamo visti per la prima volta! Passano gli anni e tra la loro curiosità e l’utilizzo che noi adulti ne facciamo, non è proprio possibile evitare che mostrino la volontà di farne uso anche loro.
E a noi genitori non resta che chiederci se permettergli di usare determinati apparecchi o no e prendere una decisione in merito.
Nel mio caso, sia io che mio marito abbiamo deciso di non fare usare cellulari, tablet o console, tranne che per occasioni particolari o una volta ogni tanto, anche perché Giorgio ha solo tre anni e mezzo, quindi avrà tempo, da grande di dedicarsi alla tecnologia. Gli è concesso di giocare con il cellulare o il tablet solo poche volte al mese, in maniera sporadica anche se le sue richieste sono frequenti.
La maggior parte dei giochi sui dispositivi elettronici sono distinti in base all’età e quelli dedicati ai più piccoli riguardano attività semplici come disegnare e colorare o imparare a riconoscere certi oggetti o animali con i loro rispettivi versi. Dunque tutte cose che può fare realmente con solo carta e colori, ovvero utilizzando materiali semplici che gli consentono di toccare e sperimentare in maniera più concreta. Sentire la consistenza del foglio o usare i colori a matita piuttosto che gli acquerelli o le tempere, gli permettono di provare cosa significa davvero colorare e sporcarsi le mani nel farlo.
Per me è giusto e naturale che un bambino si diverta con i suoi giocattoli piuttosto che attraverso un display. Perché mai dovrebbe disegnare o colorare utilizzando un tablet, quando può farlo davvero.
Faccio utilizzare il tablet un paio di volte al mese, giusto per accontentarlo ogni tanto, ma sempre con me accanto. Invece il gioco sul cellulare mi è servito delle volte per distrarlo quando dovevo dargli una medicina che a lui non piaceva e non voleva assolutamente prendere. Dato che non è una cosa che gli facciamo fare spesso, con il telefonino sono riuscita a fare quello che serviva per il suo bene e non semplicemente per farlo divertire.
Devo essere sincera, vedere un bambino piccolo che usa cellulari o tablet mi irrita non poco perché noto come vengano totalmente assorbiti dalla tecnologia e vengano quasi assopiti l’istinto e la loro vitalità. Guardano quegli schermi quasi senza battere ciglio, quando invece potrebbero divertirsi inventando storie o dialoghi tra i loro giocattoli. La fantasia è innata nei bambini e certo non gli mancano gli spunti da cui partire per inventare modalità di gioco.
Spesso vedo anche bambini più grandicelli, camminare per strada o al supermercato con i genitori, mentre giocano con il cellulare e mi sembra assurdo che invece di osservare il mondo che li circonda o semplicemente dedicarsi ad azioni quotidiane come fare la spesa, debbano stare con il telefonino in mano. Non condivido il suo utilizzo per distrarre o tenere buono un bambino mentre gli adulti sono impegnati in qualcosa. Preferisco portarmi dietro un suo giocattolo con il quale può intrattenersi, piuttosto che farlo isolare con un cellulare.
Credo che i bambini abbiano il diritto di divertirsi con cose reali, che possano toccare con mano. La pedagogista Maria Montessori ci ha insegnato che abbiamo il dovere di lasciare libero il bambino di scoprire ciò che lo circonda perché di questa libertà se ne serve per imparare e per farlo ha bisogno di stimoli concreti, di compiere azioni che fanno parte anche della quotidianità, ma che gli permetteranno di affinare le sue competenze ed accrescere le conoscenze. Quando sono piccoli i bambini imparano molte cose e non è solo grazie a noi che succede tutto questo, infatti sono in grado di apprendere anche da soli, osservando e compiendo azioni, ricevendo dal mondo che li circonda gli stimoli che gli servono.
Per questo reputo l’uso della tecnologia o meglio l’abuso della stessa non adatta ai bambini, perché vengono privati di quegli stimoli concreti che gli permettono di sperimentare, di provare sempre sensazioni nuove e crescere in armonia nel contesto in cui vivono.