Genitorialità

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Nel lungo e complesso percorso di crescita di un bambino, ruolo fondamentale ed indispensabile è svolto dai genitori o più in generale, da tutti coloro che si occupano in maniera esclusiva dello sviluppo di un minore.
Spesso sentiamo parlare di genitorialità, di genitorialità condivisa ed è per tale motivo che ho deciso di approfondire l’argomento.
La genitorialità abbraccia tutto quel complesso e lungo percorso di promozione e sostegno dello sviluppo fisico, emotivo, sociale ed intellettuale di un bambino che ha inizio con la sua nascita e termina con il raggiungimento dell’età adulta. Come già sostenuto, con il termine genitorialità, non si vuole evidenziare che soltanto i genitori ricoprono questa funzione, infatti occorre sottolineare che nella crescita di un bambino non intervengono esclusivamente i genitori biologici, basti pensare ai casi di adozione e affido familiare. E’ possibile affermare che non esiste una relazione esclusivamente biologica, tra la genitorialità e la crescita di un bambino.

Lo sappiamo, i genitori per i figli sono una parte indispensabile della loro crescita, sono punto di riferimento, luogo in cui sentirsi al sicuro, protetti e liberi di essere sempre sé stessi, sono guida, esempio e sostegno. Ma se voltiamo lo sguardo in direzione dei genitori, cosa accade nella loro mente quando nasce un figlio? In cosa ci si trasforma per poterlo accogliere in famiglia nel miglior modo possibile?
Senza ombra di dubbio inizialmente quando si diventa genitori, l’attenzione dell’adulto è rivolta ad una delle sue funzioni principali ovvero la cura, il saper proteggere, tutelare un essere ancora così indifeso. Quando nascono, i bambini sono totalmente dipendenti dalla mamma e dal papà e ciò mette subito alla prova i genitori che a loro volta, devono imparare a conoscere il nuovo membro della famiglia. Mamma e papà possono avere un approccio diverso nei confronti del figlio, ma una cosa li accomuna: entrambi hanno un piano educativo di cui si è quasi inconsapevoli in principio, ma che si riconoscerà pian piano, con la crescita del bambino. Questa è la genitorialità condivisa, l’avere un progetto educativo in comune che prevede il raggiungimento di obiettivi di crescita, via via sempre più articolati e complessi.

Il genitore è una parte importante e quasi esclusiva nella formazione della personalità di un bambino, che fa suoi i desideri, le aspettative e i valori dei genitori. Questi ultimi, a loro volta nel costruire il percorso educativo che hanno deciso di intraprendere, prendono spunto (a volte in maniera del tutto inconsapevole) dai propri genitori e dagli insegnamenti da essi ricevuti. Mettono in moto fin dal principio atteggiamenti di cura e protezione ed insegnamenti circa i valori che intendono trasmettere al fine di contribuire allo sviluppo emotivo-relazionale del figlio. E’ una strada che si modifica nel tempo e segue la crescita del bambino. E’ un processo in continua evoluzione che non vede solo la maturazione e il cambiamento nel mondo del bambino, ma anche dei genitori che diventano via via sempre più consapevoli della loro funzione e di ciò che vogliono trasmettere (valori, principi, comportamenti).

Crescono insieme, genitori e figli, seguendo ognuno i propri ruoli ma creando un sistema funzionante in cui si incastrano desideri e aspettative dell’uno e dell’altro.
Ma è semplice realizzare tutto questo? Certo che no. Nella crescita di entrambe le parti occorre non dimenticare che i membri di una stessa famiglia, pur condividendo valori e principi, hanno caratteri differenti che possono confliggere tra loro e ciò può rendere complesso tutto il piano educativo. Senza escludere che nel corso della vita familiare avvengono numerosi cambiamenti, che possono mettere in pericolo la genitorialità ed i suoi obiettivi.

Quando il rapporto tra i membri di una coppia finisce, spesso chi ne risente sono i figli, sia dal punto di vista emotivo, che dal punto di vista della cura e dell’accudimento di cui hanno bisogno. Spesso i genitori sono impegnati a cercare nuovi modi per farsi la guerra e perdono di vista il loro ruolo principale, quello di mamma e papà. E’ così che il progetto educativo si sgretola e con esso anche quell’equilibrio che fino a quel momento aveva funzionato. Ecco perché non si deve mai dimenticare che la genitorialità deve essere sempre qualcosa di condiviso tra i membri che si prendono cura del bambino, indipendentemente dal legame affettivo che li lega o meno. Una relazione finisce, ma non si smette mai di essere genitori. E’ importante che le separazioni vengano affrontate con intelligenza e senso di responsabilità da parte degli adulti, che devono sempre tenere a mente il loro obiettivo principale: la serena crescita dei figli. Quando ciò viene meno, si può ricorrere all’intervento di un mediatore familiare che accompagna la coppia durante tutto il percorso della separazione e che aiuta entrambi a rivedersi come genitori che seppur divisi, devono collaborare per il sostentamento psico-fisico ed emotivo del minore.

Non possiamo dimenticare che i figli guardano e pensano ai genitori come ad una guida, un sostegno che li accompagna per tutta la vita in quel complesso e a volte faticoso percorso che è la crescita e se i genitori, o in generale chi si occupa della crescita dei bambini, hanno lavorato bene, hanno saputo costruire un piano educativo comune, allora avranno fatto un ottimo lavoro di squadra.

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