Viaggio nel mondo delle emozioni con “Inside out”

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E’ certamente uno dei film Disney Pixar che ha ottenuto grandi riconoscimenti, tra i quali un Oscar e un Golden Globe come miglior film d’animazione del 2015.
La storia, piuttosto originale, ci porta ad intraprendere un viaggio all’interno della mente della protagonista undicenne Riley, che dovrà affrontare un trasloco in una nuova città e quindi si troverà lontana dai suoi amici e dalle sue abitudini.
Abbiamo l’occasione, non solo di seguire le vicende di Riley, ma di vedere anche cosa succede dentro di lei attraverso le sue emozioni. Gioia, che la rende felice, Paura che tiene la ragazzina lontana dai pericoli, Disgusto che permette a Riley di non essere avvelenata, Rabbia che consente alla protagonista di non subire ingiustizie ed infine Tristezza, che ha un ruolo ancora non ben definito.
Le 5 emozioni convivono dentro la mente di Riley e gestiscono un pannello di controllo che ne orienta l’umore. Ogni suo ricordo viene conservato nella memoria a lungo termine, invece quelli più importanti alimentano la personalità di Riley che è suddivisa in isole della Famiglia, dell’Onestà, della Stupidera (il suo lato divertente e giocherellone), dell’Hockey e dell’Amicizia.
L’arrivo di Riley nella nuova città la rende di cattivo umore e nonostante Gioia cerchi di mandarle segnali che possano tirarle su il morale, Tristezza sente il bisogno di prendere il comando del pannello di controllo e di toccare tutti i ricordi felici di Riley, rendendoli tristi. Proprio quando Gioia cerca di fermare Tristezza, le due vengono risucchiate nella memoria a lungo termine e le isole della personalità si spengono.
A questo punto Riley resta in balia di Rabbia, Disgusto e Paura e il suo umore comincia a cambiare nettamente. Tristezza e Gioia devono affrontare un lungo viaggio per poter tornare al quartier generale e quando ci riescono il ruolo di Tristezza diventa chiaro: rendere evidente il bisogno di Riley di ricevere aiuto dai suoi genitori, per poter affrontare le sue difficoltà e preoccupazioni e ripartire da ciò per ricostruire la sua vita in una nuova città.

Ho visto un paio di volte questo film con mio figlio e gli è davvero piaciuto, ha ben compreso la differenza tra le singole emozioni e si è mostrato coinvolto dalle vicende, legate alla storia, che vivono Gioia e Tristezza.
Lo sguardo di un adulto però, come è normale che sia, va oltre la storia e osserva il film con un pizzico di nostalgia ed emozione nell’immaginare di poter rivivere ogni ricordo felice di quando eravamo bambini.

Chissà quanti ricordi custoditi nella nostra memoria a lungo termine, ci hanno reso quello che siamo diventati. Momenti preziosi che svaniscono troppo in fretta: dalla prima parola ai primi passi, il primo giorno di scuola, le prime ginocchia sbucciate, la gioia per un nuovo giocattolo e così via fino a quando cresciamo e ci accorgiamo che a volte ripensiamo a tutto questo con un pizzico di tristezza perché ci sembra di aver vissuto troppo velocemente di quelle piccole cose che ci rendevano davvero felici e che talvolta da grandi non siamo in grado di assaporare.

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